
Ogni tragedia inizia con un evento premonitore. È il 16 aprile 1921, quasi ventiquattro anni prima che il fronte si sposti lungo l'argine del Reno, con il suo carico di morte e distruzione. Nella piazza di Argenta alcuni uomini in camicia nera stanno trascinando un uomo ben vestito al centro della piazza. È il Sindaco Zardi e a trascinarlo sono gli uomini delle Camicie Nere. Viene costretto a rinunciare alla sua carica e allo stesso modo rinunciano altri 25 membri del Consiglio Comunale. Qualcuno però resiste. È Natale Gaiba, consigliere comunale socialista, che si dà alla clandestinità mentre i fascisti ccupano il Comune. Ma la fuga non durerà molto: la notte del 7 maggio 1921, Gaiba viene prelevato da una squadraccia davanti alla madre per poi essere torturato e ucciso con due colpi di rivoltella. Al funerale di Gaiba, Don Giovanni Minzoni, ex-capellano militare e amico di Gaiba, pronuncia parole di fuoco contro i suoi aguzzini. Non può sapere che lo aspetta lo stesso destino. La notte del 23 agosto del 1923 Don Minzoni resta ucciso in un agguato squadrista. È il preludio della tragedia: il seme della violenza ha messo le radici.
Nella foto i monumenti a Don Giovanni Minzoni e Natale Gaiba