In primo pianoArgenta è un posto nel quale vale la pena vivere.

Perché ad Argenta abbiamo costruito una rete di servizi completi e accessibili.
Argenta è un posto dove dobbiamo fare in modo che valga la pena vivere. Perché quei servizi non devono mai essere dati per scontati, ma devono essere mantenuti e migliorati perché non è solo un dato di fatto oggi ma anche un obiettivo di domani.
Dobbiamo fare in modo di non perdere terreno sulla qualità e disponibilità dei servizi, cosa non semplice date le difficoltà di questo periodo (siamo usciti faticosamente da una delle peggiori crisi degli ultimi decenni e sembra che la prospettiva della recessione economica sia di nuovo un fatto) ma non solo, è indispensabile anche guadagnare quel terreno che la provincia di Ferrara non ha mai vantato nei confronti di altri territori più sviluppati della nostra Regione. Siamo infatti ancora un passo indietro rispetto ad altre ricche province, come ad esempio Modena o Bologna, per tante e sovrapposte ragioni ma soprattutto a causa di vie di comunicazione meno efficienti di altre.
Nonostante questo, e forse anche proprio per questo, il nostro impegno come amministrazione è stato, e deve essere in futuro, lavorare affinché valga la pena scegliere Argenta per fare bambini, valga la pena vivere ad Argenta per lavorare, per curarsi, per vivere una vita attiva.


Tre progetti per realizzare questi obiettivi:
qualificare i servizi,
ridurre i rischi,
rendere le nostre vie di comunicazione efficienti.

Se ne parla poco forse perché è un problema più grande di noi, ma uno dei nodi da risolvere
per il futuro di Argenta è invertire il tasso di natalità. Argenta, come il resto dell'Italia, invecchia.
Una tendenza che impatta enormemente sull'organizzazione e la sostenibilità dei nostri servizi:
una buona parte di questi dipende dal trend demografico.
Vediamo alcuni dati.

Antonio Fiorentini
In primo piano"È un pensiero circolare.
La presenza di buoni servizi attira nuovi cittadini, nuovi cittadini consolidano i servizi"

La scuola

Pensate che sia semplice gestire 11 poli scolastici?
Sarebbe molto più logico, e al passo con i tempi, chiuderne 6 e concentrare tutti gli investimenti (solo nelle ultime due legislature abbiamo speso e impegnato più di 12 milioni di euro) sulla metà di queste. Ma chiudere l'asilo di Ospital Monacale, per quanto forse seguendo una stretta logica “produttiva” avrebbe senso perché i bambini sono pochi, significherebbe privare la frazione del suo polmone, cosa che noi non vogliamo fare. Per fare un esempio tenere la scuola aperta a San Nicolò, e giustificare un investimento così grande per manutenzioni e servizi, dà un senso a quella comunità.
Avere famiglie che restano a vivere ad Argenta, anche perché ci sono tutti gli ordini scolastici fino alle scuole superiori, dà un incentivo ai consumi e alla rete commerciale: pensiamo solo che mille persone, grazie al polo scolastico passano per il centro della sola Argenta, tutti i giorni.
Come incentivare le famiglie a stare (o magari a venire) ad Argenta?
Qualificando i servizi. È un pensiero circolare.
Buoni servizi attirano utenti (negli anni abbiamo tenuto aperte le scuole di frazione riuscendo a chiamare iscrizioni dai Comuni vicini) e la presenza dei bambini tiene aperte le scuole, che tengono in vita un paese. Invertire il trend demografico, quindi, per avere cittadini che vivono Argenta, che muovono consumi e fanno fiorire il commercio, che frequentano i servizi e spingono le amministrazioni a qualificarli.
Servizi di qualità, in un luogo dove la qualità ambientale non è mai stata pregiudicata, e che può godere di un paesaggio che ambientalmente e culturalmente è ricchissimo se lo si sa guardare con attenzione.
È tutto qui, a portata di mano e da qui partiamo per impostare i lavori, in continuità con ciò che è stato proposto nei quattro anni precedenti.


In primo pianoL'ospedale

Dopo i servizi scolastici, un altro ambito sul quale puntare per migliorare la qualità della vita di un territorio: l'ospedale.
In questi anni l'impegno è stato quello di concentrare tutte le nostre energie affinché l'ospedale di Argenta non chiudesse. L'ospedale di Argenta non chiuderà, perché abbiamo scelto la strada della specializzazione. Lo diciamo da anni. L'ospedale non è di Argenta ma è ad Argenta, un ospedale inserito nella rete regionale che deve essere scelto, a seconda dei bisogni, dagli argentani, dai ferraresi e dagli emiliano-romagnoli.
Tre sono le specializzazioni su cui si è scelto di puntare e su cui ora ci si impegnerà per un loro continuo sviluppo e potenziamento.
L'ortopedia, sulla quale abbiamo già iniziato a lavorare da tempo.
Le patologie dell'anziano, non solo nell'ottica della lungo-degenza, ma soprattutto nella specialità ortopedica (appunto) e della riabilitazione. A questo proposito una veloce riflessione sui servizi all'anziano: dobbiamo cambiare l'approccio nella gestione e programmazioni di questi ultimi. La popolazione anziana cresce non solo di numero, ma anche di aspettative e oggi non si può più solo lavorare per rendere più "dolce” il tempo della pensione, ma al contrario è fondamentale capire come renderlo più attivo. L'anziano non è un'emergenza ma è un valore. L'assistenza, sanitaria e sociale, non deve essere guidata a lenire, ma a riabilitare perché l'aspettativa di vita è anagraficamente maggiore e potenzialmente migliore.
L'altro grande filone infine, per la specializzazione del nostro ospedale, è quello della "chirurgia di giorno”: interventi non particolarmente complessi, ma coi quali il 90% delle persone si deve confrontare nel corso della vita. Una conquista per la nostra struttura se pensiamo, per fare qualche esempio, all'oculistica con le iniezioni intravitreali e agli interventi di cataratta o alla chirurgia vascolare con l'équipe del prof. Zamboni.


In primo pianoIl tempo è cambiato e una comunità più avanti delle altre è una comunità dove il rischio fa meno paura che altrove perché si previene, non si affronta solo quando capita.

Il secondo grande tema sul quale siamo convinti di dover lavorare: la riduzione del rischio.
Abbiamo lavorato sulla sicurezza del cittadino, che è il primo dovere dello Stato, ma oltre a questo tema c'è la sicurezza della comunità come organismo. Dove dobbiamo fare più passi avanti in assoluto è il sistema della protezione civile per la riduzione del rischio sismico e idraulico.

Rischio sismico

La coscienza che il rischio sismico sia reale, ad Argenta, si sta finalmente costruendo. Questa evoluzione culturale è fondamentale, perché avvenga pubblico e privato devono lavorare insieme o l'obiettivo non si potrà concretamente raggiungere.
Noi, come pubblico, abbiamo scelto di partire dalle scuole, e ogni edificio scolastico che ancora non è stato interessato da lavori di miglioramento sismico li ha in progetto.
Abbiamo fatto passi avanti sull'edilizia scolastica e poi passeremo agli altri edifici comunali.

Il rischio idraulico

Al pari il rischio idraulico.
Abbiamo progettato con Hera interventi per svariati milioni di euro, e nei prossimi anni potremo spenderne altrettanti, sul sistema fognario. Lavori di rifacimento delle fognature o degli scolmatori che sicuramente aiutano in occasione di forti piogge, ma anche in questo caso la consapevolezza è quella che non si può più semplicemente costruire come si costruiva in passato. Non si possono realizzare case a caso senza una logica, in zone dove si è a rischio oppure, per esempio, costruire degli scantinati. Gli scantinati sono funzionali, ma non nella nostra zona. E convincere ognuno di noi che bisogna adattarsi al territorio è una grande conquista.
Il tempo è cambiato e una comunità più avanti delle altre è una comunità dove il rischio fa meno paura che altrove perché si previene, non si affronta solo quando capita. Siamo pronti a situazioni di emergenza?
In questi anni abbiamo iniziato a prepararci adeguandoci al piano speditivo di protezione civile che abbiamo approvato nel 2014.Abbiamo costruito un COC - Centro Operativo Comunale che è in formazione giorno dopo giorno, abbiamo segnato il territorio con le zone di accoglienza e abbiamo spiegato casa per casa i comportamenti più adeguati da tenere in caso di emergenza.
Ci stiamo concentrando su come favorire l'associazionismo volontaristico di protezione civile, perché una parte fondamentale del lavoro, ancora, è la cultura collettiva della nostra comunità.


In primo piano...Quindi, VIVERE BENE IN UN POSTO SICURO,
e infine un terzo passaggio:
lo sviluppo dell'asse di comunicazione, veloce e fruibile.

Una via del futuro: la rete telematica.

Abbiamo fatto, forse un po' in ritardo, dei passi da gigante sui collegamenti internet e metà della nostra comunità è, a oggi, cablata con la fibra ultra-veloce. Entro il 2020 lo sarà tutto il nostro territorio. I collegamenti a fibra ottica sono una necessità strategica per pensare l'Argenta del futuro, e non a caso l'installazione è partita dalla zona artigianale di Argenta.

La rete viaria

Argenta è geograficamente strategica. Siamo al centro tra Ferrara, Ravenna e Bologna. Ma abbiamo pagato negli anni l'esclusione dall'asse economico principale della nostra Regione, la via Emilia, e continuiamo a confrontarci con una rete di collegamento che non valorizza questa posizione strategica. È fondamentale il completamento della SS16, e non ci possono essere “ma", “forse”, "vediamo” su questa opera.
Questa è stata la legislatura di inaugurazione dell'ultimo tratto, Consandolo/Argenta, e sarà quella nella quale vedremo l'approvazione del progetto definitivo.
Parlando di strade il secondo tema fondamentale, che ci preoccupa molto,
è quello della qualità e sicurezza della rete provinciale, intesa come insieme di strade e ponti.
La rete provinciale ha dei nodi di criticità non solo nella manutenzione, ma anche nella sicurezza delle infrastrutture in particolare dei ponti che sul nostro territorio contiamo in grande numero. Queste infrastrutture, costruite tutte contemporaneamente dopo la guerra, stanno tutte contemporaneamente presentando il conto della manutenzione e programmare come far fronte a questo onere è fondamentale in un'ottica di lungo periodo. Noi abbiamo cominciato manutentando una decina di ponti, la strada è lunga e la programmazione deve essere sostenuta anche da enti a noi sovraordinati, altrimenti lo sforzo non sarà sostenibile.

La rete ferroviaria

Le ferrovie sono da potenziare: il modello di mobilità alternativo agli autoveicoli e quindi sostenibile. Questo potenziamento non sembra oggi essere in programma e la nostra tratta principale, quella Ferrara/Rimini, è in difficoltà per mezzi e servizi.Abbiamo approvato e finanziato la convenzione in cui collaboriamo con Ferrovie dello Stato per mantenere le nostre due stazioni di quella tratta decorose, sicure e funzionali ai viaggiatori. Da lì in poi Ferrovie dello Stato deve impegnarsi a garantire una qualificazione del servizio ferroviario all'altezza della nostra Regione. Questo chiediamo a gran voce alle istituzioni preposte. Garantire Ferrara e Ravenna come immediatamente e facilmente raggiungibili per lavorare e studiare, qualifica il nostro territorio.


La strada lenta

Di fianco alle strade veloci di cui abbiamo appena parlato, ce n'è un'altra che abbiamo capito negli ultimi anni essere un'autentica fonte di ricchezza e meraviglia del nostro territorio: il sistema delle strade ciclopedonali, tra tutte il sentiero del Primaro. Un'arteria dalla quale può passare un pezzo inedito, ma fondamentale, dello sviluppo economico del nostro territorio: il turismo.
Anche in questo caso siamo convinti che il pubblico senza il privato non possa cambiare le sorti del territorio, ma negli ultimi anni abbiamo iniziato a tentare di creare le condizioni per attirare l'attenzione, e gli investimenti, su questo tema. Abbiamo investito più di 400.000 mila euro sui due ostelli di Anita e Campotto che apriranno a breve con piani di valorizzazione dedicati specificatamente ai cicloturisti, abbiamo sostenuto manifestazioni sportive importanti che puntano ad attirare l'attenzione dei foresti; abbiamo, e stiamo tutt'ora, presentando progetti per favorire lo scambio intermodale (treno+bicicletta), il completamento delle ciclovie e i collegamenti tra percorsi turistici (due tra tutti: Ferrara/Ravenna/Comacchio e il circuito delle Delizie); vogliamo ampliare la nostra presenza alle fiere internazionali del turismo grazie a collaborazioni con i consorzi di promozione turistica provinciali e regionali. Questi sono progetti da continuare a sostenere, completare e ampliare per attirare ad Argenta visitatori e per dare nuovi spunti anche agli argentani sulla vivibilità, e le opportunità offerte dal nostro territorio.

Il sentiero Primaro "Daniele Zagani"
Il sentiero Primaro nasce con lo scopo di ripercorrere il tracciato dell'antico ramo del Po da cui trae il nome.
Il Po di Primaro, o più correttamente Po Morto di Primaro, si stacca dal Po di Volano a Ferrara nei pressi di San Giorgio e si dirige in direzione sud verso Molinella fino a confluire nel fiume Reno a Traghetto.
Il fiume Reno, che anticamente era un affluente del Po, nel tratto da Traghetto fino al mare ha quindi intercettato l'antico ramo.
Il nome Primaro deriva da Padus Primarius, a sottolineare la primaria importanza rivestita da questo corso fluviale come via commerciale tra Ferrara e Ravenna, almeno fino alla fine del XVI secolo.
Nel tratto da S. Agostino fino al mare il fiume Reno non scorre più nella sua sede naturale, ma in un alveo artificiale che per 30 km è costituito dal Cavo Benedettino, realizzato nel XVIII secolo sotto il pontificato di Benedetto XI per collegarlo con il Po grande, che incontrava a Bondeno: si eliminava così l'incertezza del percorso del fiume, in buona parte all'epoca impaludato. Il cavo oltre a favorire la navigazione, svolse una importante funzione idraulica in quanto fu in grado di laminare parte della portata del fiume Reno verso il Po.
La costruzione di questa importante opera modificò profondamente la morfologia della bassa Pianura Padana a sud del corso principale del fiume Po.
Il Cavo Napoleonico sostituì poi il Cavo Benedettino in questa importante funzione di laminamento.
Il sentiero, che è stato intitolato a Daniele Zagani, ex presidente della sezione CAI di Argenta, si propone di ripercorrere più fedelmente possibile l'antico corso del Po di Primaro, sfruttando le arginature originali rimaste e scostandosi dal fiume Reno a volte di qualche chilometro, pur rimanendo sempre a contatto con le emergenze naturalistiche locali.
Su idea del geometra e socio CAI Roberto Masina, Zagani ha progettato e fortemente voluto questo sentiero, adoperandosi per la sua segnatura, mappatura e riconoscimento, fino a vederlo praticamente realizzato alla sua scomparsa, avvenuta nel 2009.

www.caiargenta.it


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Pubblicato nel marzo del 2015
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