Le Valli di Argenta e CampottoSito Ufficiale: https://www.vallidiargenta.org/

LE VALLI DI ARGENTA E CAMPOTTO - Oasi di Val Campotto - nel Parco del Delta del Po dell'Emilia - Romagna Le Valli di Argenta e Campotto, conosciute anche come Oasi di Val Campotto sono raggiungibili attraverso il Museo delle Valli, sito in via Cardinala 1/c, in prossimità dell'abitato di Campotto a 4 Km dal centro urbano di Argenta.

L'Oasi di Val Campotto si estende per 1624 ettari e comprende le casse di espansione Campotto-Bassarone (600 ha. circa), Vallesanta (250 ha. circa), un lembo di bosco igrofilo denominato Bosco del Traversante e una serie di prati umidi votati alla rinaturazione delle arre umide.

Fino agli anni '60 quest'area era adibita a riserva di caccia; nell'agosto del 1977 diviene "oasi per la salvaguardia e protezione della fauna e della flora, denominata Valli di Argenta e Marmorta" , voluta dal Comune di Argenta, dall'Amministrazione Provinciale di Ferrara e dall'ente proprietario gestore Consorzio della Bonifica Renana. Subito dopo l'istituzione dell'Oasi, venne riconosciuto il suo valore naturalistico, caratterizzato dalla presenza dominante delle acque, e venne inclusa nell'elenco delle zone umide di importanza internazionale della Convenzione di Ramsàr (1972).

Nel 1988 (L.R. n. 27/'88) venne istituito il Parco Regionale del Delta del Po, e l'area fu inserita nel Parco come: "Stazione n° 6 Campotto di Argenta".
L'Oasi offre al turista e allo studioso vari ambienti naturali quali bosco, prati umidi, casse di espansione che rievocano gli habitat tipici del passato.
Tutte le zone umide sono soggette a variazioni di livello delle acque; queste dipendono, in condizioni naturali, dall'alternanza stagionale di periodi umidi e secchi, mentre in condizioni artificiali, dal tipo di gestione idrica dell'area in esame.

All'interno del bosco, che in casi di piovosità eccezionale può essere inondato, è possibile osservare la tipica vegetazione igrofila (che ama l'umidità), dominano infatti Pioppo bianco (Populus alba), Frassino (Fraxinus oxycarpa), Olmo (Ulmus minor), Salici (Salix alba), Farnie (Quercus robur) nello strato arboreo, mentre fra gli arbusti dominano Biancospino (Crataegus monogyna), Sambuco (Sambucus nigra), Nocciolo (Corylus avellana) e Sanguinello (Cornus sanguinea); fra le erbacee prevalgono le graminacee, assieme all'ortica (Urtica dioica) e alla Viticcella (Clematis viticella). Il bosco e le diverse zone boscate all'interno dell'Oasi, sono ricchissimi di uccelli dei quali, il più delle volte, è possibile solo udirne il canto: il Picchio Rosso maggiore (Dendrocopos major) e il più raro Picchio Verde (Picus viridis), assieme al Cuculo (Cuculus canorus), all'Upupa (Upupa epops), il Rigogolo (Oriolus oriolus), il Cardellino (Carduelis carduelis), la Cinciallegra (Parus caeruleus) e la Cinciarella (Parus maior).

Durante il passo autunnale sono molto abbondanti le Colombelle (Colomba oenas) e i Colombacci (Colomba palumbus). Le zone umide interne al bosco e gli ambienti d'acqua dolce ospitano Rane Verdi (Rana esculenta complex), Rane Rosse (Rana dalmatina), Raganelle (Hyla arborea), Rospi comuni (Bufo bufo) e Rospi smeraldini (Bufo viridis); con molta fortuna è possibile osservare anche il Tritone crestato (Triturus carnifex) ed il Tritone punteggiato (Triturus vulgaris). Fra i rettili, prediligono il sottobosco e i cespuglieti il Ramarro (Lacerta viridis) e la Lucertola campestre (Podarcis sicula); mentre più ubiquitarie sono le Lucertole muraiole (Podarcis muralis) e il serpente Biacco (Coluber virdiflavus). Fra i Mammiferi che ospitano il bosco ricordiamo la Volpe (Vulpes vulpes), il Tasso (Meles meles), la Faina (Martes foina) e la Donnola (Mustela nivalis), che a causa delle loro abitudini notturne, delle piccole dimensioni e del comportamento molto schivo non sono facilmente osservabili.

Il prato umido è dominato dal Tifeto, in cui le specie dominanti sono la Mazzasorda minore (Typha angustifolia) e la Mazzasorda maggiore (Typha latifoglia) e dal Fragmiteto, la cui specie guida è la canna di palude (Phragmites australis). In prossimità dell'acqua e lungo i bordi, in luoghi saltuariamente inondati, si rinviene il Cariceto, che assieme alla specie principale Carice (Carex elata) ospita: la Salcerella (Lythrum salicaria), il Giunco fiorito (Butomus umbellatus) ed il Ranuncolo palustre (Ranunculus sardous). Il prato umido risulta essere l'ambiente prediletto per i limicoli, un gruppo di uccelli tipici delle zone umide che per le loro esigenze ecologiche (si cibano di vermi, molluschi e vegetali presenti nel limo) tendono a concentrarsi in tali zone a fondali bassi e sedimento fangoso. Combattenti (Philomachus pugnax) e Pittime reali (Limosa limosa) raggiungono presenze piuttosto elevate. Tra i limicoli migratori ricordiamo anche il Totano moro (Tringa erythropus), la Pantana (Tringa nebularia), la Pavoncella (Vanellus vanellus), il Cavaliere d'Italia (Himantopus himantopus) e l'Avocetta (Recurvirostra avosetta).

I canneti sono popolati da passeriformi fra cui menzioniamo: il Cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), la Cannaiola (Acrocephalus palustris), il Basettino (Panurus biarmicus), il Migliarino di palude (Emberiza schoeniclus) e l'Usignolo di fiume (Cettia cetti).
L'ambiente acquatico è frequentato dalla biscia dal collare (Natrix natrix), dalla Biscia tassellata (Natrix tassellata) e dalla tartaruga d'acqua (Emis orbicularis).
Nelle casse di espansione, nella zona ove la profondità dell'acqua è di 50-100 cm, troviamo la Ninfea (Nymphaea alba) la Genziana d'acqua (Nymphoides peltata) il Morso di rana (Hydrocharis morsus-ranae) ed il Nannufaro (Nuphar luteum). Tra le specie completamente sommerse vi sono: il Millefoglio (Ceratophyllum demersum) e il Ranuncolo (Ranunculus trichophyllus). Tali aree ospitano un'ittiofauna diversificata, le specie autoctone più comuni sono: l'Anguilla (Anguilla anguilla), la Tinca (Tinca tinca) e il Luccio (Esox lucius) che condividono i loro habitat con specie alloctone come: Carassio (Carassius carassius) e Siluro (Silurus glanis). Frequenti risultano quindi gli avvistamenti di uccelli ittiofagi in pesca sulle valli: ad esempio Cormorano (Phalacrocorax carbo sinensis), Svasso maggiore (Podiceps cristatus), Garzetta (Egretta garzetta), Gabbiano reale (Larus cachinnans) e il Mignattino piombato (Chlidonias hibrida).

Le casse di espansione sono utilizzate dalle anatre per lo svernamento e il passaggio migratorio, i mesi migliori per l'avvistamento sono quelli che vanno da settembre ad aprile e Cassa Campotto ospita le concentrazioni maggiori dell'area. Oltre all'abbondante Germano reale (Anas platyrhynchos) menzioniamo la Canapiglia (Anas strepera), l'Alzavola (Anas crecca), il Mestolone (Anas clypeata), il Codone (Anas acuta), la Marzaiola (Anas querquedula), il Moriglione (Aythya ferina) e la Moretta (Ayhtya fuligula).

L'Oasi offre sia percorsi liberi, lungo gli argini perimetrali di Vallesanta e/o lungo la ciclabile che collega il Museo delle Valli alla Pieve di S. Giorgio, che si possono effettuare in bicicletta, a piedi o in macchina fino alla torretta; ma anche percorsi guidati all'interno della preclusa area del Bosco del Ttraversante e delle Casse di espansione Campotto - Bassarone. È comunque possibile usufruire delle guide su tutta l'area dell'Oasi previa prenotazione. Sono attivi punti di noleggio biciclette presso il Casino di Campotto e presso Vallesanta; il bosco idrofilo del Traversante è anche dotato di percorso per ipovedenti.
PIANIFICAZIONE
Quella che tutti comunemente chiamiamo "Oasi di Campotto" rientra a tutti gli effetti all'interno del Parco Regionale del Delta del Po come stazione n° 6, istituita nel 1988 con legge regionale n.27.
Con Delibera di Giunta Regionale n.515 del 20/04/2009 è stato approvato il Piano Territoriale della Stazione di Campotto del Parco del Delta del Po. Per scaricare la relativa documentazione vai alla pagina dedicata.

UBICAZIONE - ACCESSO

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Pubblicato nel marzo del 2015
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