
Al centro di un triangolo formato dalle città di Ferrara, Ravenna e Bologna, sorge Argenta, uno dei comuni più estesi d'Italia.
Secondo le fonti letterarie la sua fondazione risalirebbe ad epoca romana; mentre i ritrovamenti archeologici danno il quadro successivo di un insediamento medievale, punto di snodo nei percorsi fluviali dall'Adriatico all'entroterra padano, tramite il ramo meridionale del Po, il Primaro.
Un toponimo singolare, Argenta, proveniente si ritiene da "rura argente" o "ariente" : le terre dai riflessi argentei , dovuti al riverbero dei flutti e allo scintillio delle foglie argentate del pioppo bianco, tipico delle associazioni boschive igrofile dell'antica Padusa, la millenaria estensione di valli che stringeva gli abitati a caratterizzava tipicamente l'economia e la civiltà delle acque nel Delta.
Gli insediamenti argentani e la città capoluogo sono stati più volte tormentati per l'instabilità dei tributari appenninici, come l'Idice, il Quaderna, il Sillaro e rovinosamente danneggiati da eventi bellici che, nella lunga durata, hanno sottratto fascino ed eleganza agli stili urbani, alle architetture, al patrimonio fisico ed identitario. Come se questa non fosse mai stata un terra di ingegno e di impegno; non fosse mai stata per così dire la patria di Giovan Battista Aleotti, idrologo, inventore tra rinascimento e l'età dei lumi, architetto ducale prima, poi della legazione pontificia; e per venire all'età contemporanea, terra di martiri come Natale Gaiba e Don Giovanni Minzoni promotori delle solidarietà sociali-rispettivamente sindacaliste e cattoliche-, uccisi dallo squadrismo fascista; e di tutti coloro che furono artefici della resistenza e fondatori della Repubblica.